Genova per noi.


La guerra assurda del G8.



Genova per me quell'anno: fu. Fu, in senso di passato remoto. L'essenza di vecchio, di superato, di passato remoto appunto. Ostinatamente voluto, invece, come presente e, peggio, sbandierato come futuro.
Una riunione come il G8 da contestare. E ci stava tutto. Ma i leader del movimento di allora decisero di contestarlo in un modo da passato remoto. Vecchio e violento. Dichiararono guerra a chi la guerra non aspettava altro per farla. E pure bene. Con tutti i mezzi a disposizione contro un manipolo, anche se di migliaia e migliaia, di ''stupidi'' e adorabili ingenui. Adorabili come futuri e sicuri morti, adorabili per la sventatezza del loro entusiasmo. Tutto gia' visto, tutto gia' ucciso e perdente. Non parlo del '77. Parlo del 2001. Internet, email, telefonini, tv web. Insomma il moderno. Insomma il futuro. I leader del movimento scelsero invece il passato remoto dell'inutile manifestazione di piazza. Anzi: chiamarono alle armi, alla guerra. Tra virgolette quanto si vuole, tra armi da Armata Brancaleone (pensate alle prove di scontro di quei giorni, agli schermi di plastica e alle imbottiture di gommapiuma) quanto volete. Ma nella realta' si trasformo' in guerra vera, mandando allo sbando carne da macello.
Ai tempi auspicavo sistemi di protesta e manifestazioni spiazzanti: mentre si preparava la difesa a Genova perche' no una bella e pacifica dimostrazione a Roma lasciata sguarnita? Perche' no un festival di arti varie ad Assisi? Perche' no? Mapperchennno? Perche' no qualsiasi altra cosa che non fosse ''portiamo la guerra alla zona rossa'' di Genova? Perche' fare la guerra? Perche', per un movimento che sempre la ripudia? Perche' andare in bocca al tifone. Romanticismo da passato remoto? Voglia di kamikaze?
Non abbiamo risposte. Non abbiamo piu' un ragazzo che ha creduto in quegli ordini di guerra e armato di un estintore e' morto, ucciso da un nemico creato dai suoi capi. Abbiamo solo una piazza in suo nome. Pensavamo che fossero gia' tante quelle della seconda guerra mondiale. E quelle con le scritte di vernici di sangue dedicate ai ragazzi degli anni '70. Pensavamo.
Le risposte al comportamento delle ''forze dell'ordine'' di quei giorni forse le avremo dalla magistratura e dalla giustizia. E anche dalla storia.
Le risposte dai ''generali'' e ''strateghi'' del movimento e della stupida guerra alla zona rossa disperiamo di ottenerle mai.
Se qualcuno volesse suggerircene, benvenga.
E insieme a quelle risposte, per favore, riportate l'amo.
Quello a cui avete abboccato, cari strateghi e generali del nulla.
Fanculo a voi.
Ma veramente.
VAFFANCULO, STRONZI.

Pubblicato: Ven - Luglio 20, 2007 ;    


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