Da beth orton a Gwyneth Paltrow


Coldplay live a Milano.
Di dj Cifra (sempre in giro)
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Iniziamo con il finale: insieme agli U2, il miglior concerto del 2005. Continuiamo con il finale: Chris Martin e' riuscito a passare in mezzo alla folla e andare a cantare l'ultima strofa di "In my place" sulle gradinate in alto, tra il pubblico, prima di chiudere il concerto con "Fix You", che a sorpresa sta diventando la loro "One", seppur nell'album sembrava un pezzo minore. Alessandra, seduta accanto a me, con sguardo di sfida mi ha detto: "Pero'quando io ti dico che ho mal di schiena tu mica mi dici I will try to fix you come fa quello!". E va be', ragazzi, alziamo le mani. Chris Martin e' oggi l'uomo piu' appetibile del mondo dal genere femminile. Gwyneth Paltrow se l'e' aggiudicato con largo anticipo ed encomiabile lungimiranza, ma quel ragazzo oggi e' il numero uno. Dal punto di vista musicale loro sono un terzo di Pink Floyd, un terzo di U2, e un terzo retaggio di grandi cantautori americani, da Johnny Cash a Bob Dylan. Grandi aperture, chitarrini con riverbero, testi ispirati e vocalita' solenne. La scaletta e' ben studiata, e come nel concerto degli U2, sembra di sentire tutti classici anche se fanno quasi tutto il nuovo album. Lo show e' perfetto nella sua disarmante semplicita': le luci sparatissime su un grandde schermo di led luminosi. Tutto Rosso. Tutto Blu. Tutto Bianco. Ombre. Ingrandimenti. Faccioni. Che se da un lato fa un po' l'effetto "U2 dei poveri", dall'altro pero' e' un chiaro omaggio ai concerti dei 70, quando le luci erano solo rosse e blu, perche' i "piazzati" nei teatri avevano solo quei due colori, e gli effetti speciali in tv erano minimali ma affascinanti. I 15 enormi  palloni gonfiati gialli che cadono sul pubblico durante "Yellow" sono una trovata semplicissima ma efficace. L'orso che cammina avanti e indietro nella gabbia dello zoo proiettato durante "Talk" e' agghiacciante ma giustissimo. Chris Martin dimostra come pochi altri (Eddie Vedder e' uno dei pochi altri) il totale rispetto per il pubblico. Per esempio si sforza di dire delle cose in italiano, ma non il solito "Gratzii" che dicono tutti. Ieri sera ha detto cose tipo: "Vorremmo rimanere ancora", "Grazie per la fedelta' che ci dimostrate", "Cantero' con maggior pashione perche' siamo nel paese dei cantanti pashionali". E questo il pubblico italiano lo sente tutto, e quel rispetto glie lo restituisce sotto forma di devozione. Alla fine del concerto eravamo tutti contenti e appagati. Ad un piccolo aftershow dietro il palco ho parlato con Chis Martin del concerto di Bob Dylan, che ho visto due giorni fa nello stesso posto. Lui adora Dylan, e in concerto canta in versione acustica la sua "Simple twist of fate". Mi ha chiesto: "E stasera Dylan dov'e'?" E che ne so io, ciccio. Poi gli ho ricordato che solo 5 anni fa li avevo visti al festival Rockaforte, in un castello vicino a Verona, alle 4 del pomeriggio, sotto il sole, e con davanti al massimo un centinaio di persone. "Come no - mi ha detto - c'era anche Beth Orton!". Gia', e allora era molto piu' famosa di loro, pensa. Sono passati solo 5 anni e tre dischi, ed eccoli qui, potenzialmente la band n.1 al mondo. E quanto tempo hanno ancora di fronte.

(chi volesse scrivere qualcosa con il font dell'ultimo album X&Ydei Coldplay clicchi qui )

Pubblicato: Mar - Novembre 15, 2005 ;    


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