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Articoli in questa categoria: Ultimo aggiornamento: apr 10, 2008 05:44 p. |
Radiofestival XVI edizione vincitori e vinti.Dov'e' finita la fantasia?
Mi chiedo cosa sognano i copy? Quando dormono, perche' quando sono svegli e scrivono i radiocomunicati, piu' che sogni hanno incubi. Incubi di sale di registrazione, incubi sessuali, sanitari, ma soprattutto, noiosi. Dopo aver ascoltato 274 comunicati radio durante la giuria del Radiofestival di quest'anno, martedi scorso, ho deciso che a Cannes, in qualita' di giurato italiano per la giuria RADIO, portero' un giradischi da asporto autoamplificato e faro' sentire i Baustelle, o Meg, o i Subsonica, magari Morgan. E i vecchi classici da Modugno a Endrigo a Battisti a Morricone. Almeno cosi i colleghi giurati degli altri paesi penseranno che qualcuno l'immaginazione ancora ce l'ha, qui giu' in Italia. Come presidente di giuria ho cercato di salvare qualche radio in piu' rispetto alle severe, e giuste, votazioni, ma solo perche' Radiofestival e' comunque un premio italiano, dove puoi anche premiare la ''battutona'' sottolineata dal tono dello speaker, il giochetto di parole facile, perche' entrambi efficaci sull'ascoltatore medio italiano. Ma il dramma della poca fantasia di noi copy italiani rimane. Per me appena dici radio, mi viene in mente il cielo, la terra vista da lassu', riprese a volo d'uccello, tuffi nel mare da tremila metri, viaggi nel corpo umano, giochi di acchiappa acchiappa inseguendosi tra denti di leone, reportage dal fronte dove, come il famoso eroe, avanzi sempre e non cadi mai, invincibile. E non continuo perche' mi so prolisso e verboso. Insomma quanto sono bolliti i nostri cervelli quando ci mettiamo a lavorare su un radio? Solo e sempe scenette recitate su un limbo vuoto drammatico e noioso, scenette ambientate in uno studio medico (spesso di un analista) per parlare di auto, viaggi turistici e altro. Ma che siamo tutti malati e depressi che andiamo dall'analista? Decine di radio ambientate durante provini in sala di registrazione con la voce del fonico fuori campo (ora anche un'auto va a fare il provino per la sua categoria di mercato!?!). Quadretti familiari anni '60, che nenache Ric e Gian (loro pero' erano piu' bravi), innuendo sessuali, applicati ad auto, banche e altre categorie di prodotto, con battute crasse da scuole elementari o da cinquantenni, come me, bavosetti e brizzolati. In agenzia bisgna capire che scrivere un radiocomunicato necessita tempo e energie come e non meno di quel che si dedica agli spot tv. Consiglio ai copy di scriverli insieme al proprio art, di pensarli a colori, o anche virati seppia, perche' no, ma di pensare a immagini. Radio comunicati da vedere. Che facciano apparire, come in un ologramma davanti la radiolina, sequenze che ti catturano. Dove magari, anche il ''battutone'' non da' poi cosi' fastidio. Vorrei sentire radio che diano la sensazione di aprire, in una soffitta o in una cantina, un vecchio baule, dove anche un elastico marcio ti fa scendere delle lacrime di commozione. Perche' era quello che ti regalo' lei, piccola ma bellissima, come braccialetto e pegno d'amore. Qui i finalisti. Sono 7. 4 sono ori di categoria (le categorie erano 14 e in ben 10 categorie nessun oro), e 3 argenti, (in ben 7 categorie nessun argento). Fattore tecnico drammatico: alcuni spot da 30'' avevano ben 16 e piu' secondi di sermoni per le brochure di prodotto. Per non parlare dei 15'' dove la creativita' era relegata ai primi 3 secondi. E poi la musica. Dov'e' finita? Scusate lo sfogo, ma non si fa cosi'. Non si ammazza cosi il media che piu' di ogni altro fa sognare. E a prezzi stracciati. Pubblicato: Gio - Aprile 10, 2008 ; |