Tuvofa' l'americano ma perché?


Il festival della canzone, un made in Italy perfetto.

Il festival di Sanremo è un esempio perfetto del modo di produrre italiano. C'è tutta la televisione italiana del momento, dove i presentatori baciano in bocca i loro funzionari capi, c'è la retorica degli appelli, c'è il senso di colpa, c'è il fenomeno da baraccone, c'è la bamboletta gonfiabile parlante (ok ok il software del timbro vocale e la connessione al cervello sono ancora da perfezionare, ma il design è quasi da iMac). Fa sentire, il festival della canzone, anche qualche canzone, tipicamente italiana, esempi di produzione discografica tutta italiana. Stiano tranquilli i discografici che nessuno gli scaricherà quei pezzi.
Comunque, io mi sono addormentato prima del primo cantante, mi hanno svegliato le urla dei Matia Bazar, ho risonnecchiato fino al facciotto canadese, poi mi sono goduto Carnivàle, su Canal Jimmy.
(Ambientata in America negli anni ’30, la storia segue le vicende di un circo itinerante gestito da un’oscura organizzazione e popolato da grotteschi personaggi: una ragazza che legge i tarocchi e la madre catatonica, un cieco telepatico, gemelle siamesi, donne barbute, uomini-serpenti. Alla Compagnia si unisce il fuggiasco Ben Hawkins dotato di poteri paranormali come la capacità di curare le persone, ma anche di inquietanti avvenimenti e fenomeni soprannaturali. Intorno le vicende di padre Justin, misterioso e forse posseduto dal diavolo. Ben e padre Justin, consapevoli dei propri poteri, diventeranno i protagonisti dell’eterna lotta tra il bene e il male, tra la luce e l’oscurità.)

Pubblicato: Mer - Marzo 2, 2005 ;    


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