No Dust In Rainbows.


Ah, In Rainbows non e' un Discopolvere.



La definizione di discopolvere vuole come tale un disco che ti rimane nello scaffale a raccogliere polvere perche' non lo ascolti mai dopo i primi ascolti. Un disco che non ti viene mai voglia di sentire di fila. Un disco che hai comprato perche' andava comprato, o che sul momento per via di una recensione generosa ti era sembrato il tuo disco. Un disco anche fatto bene, importante, seminale, ma che a te non mette voglia piu' di risentire. (avrei potuito cercare un po' di link sul Discopolvere, di cui si parlo' forse anche da EMMEBI, ma non ce ne avevo una santa minchia di voglia di sbattermi tra url e iperlink e archivi vari. Penso che sia sia capito cos'e' un Discopolvere.)
Bene detta sta pippata, chiediamoci che cosa c'entrano i Radiohead. C'entrano perche' personalmente sono tra i campioni di dischipolvere. La loro discografia, apprezzatissima dal punto di vista musicale e dell'importanza che ha e ha avuto per la cosiddetta scena musicale internazionale -non elenchiamo tutti i gruppi che a loro si rifanno- , raccoglie da me piu' polvere di qualsiasi Folletto mai inventato. A parte Ok Computer (in vinile e cd) e il singolo Creep, il resto ha goduto di pochi e rari ascolti, prova singola di Tom compresa (anche se questa e' rimasta in formato mp3 iTunes. Ma anche gli mp3 raccolgono polvere, non si creda mai il contrario)
Comunque, al primo ascolto, e spero non ultimo, questo disco dei Radiohead, lanciato con una pensata di marketing geniale (e sono due: Springsteen regalava il singolo), pare proprio bello. Magari non da cofanetto da 40 paundoni, pero' da dargli tutti i suoi 10 euro si. Per chi non vuol rischiare la polvere, Rolling Stone americano te lo fa ascoltare con le performance live pezzo per pezzo. Bella cosa pure questa.
Sento una voce da qua: ''Ancora mi stai ai dischipolvere???''. Bentornato amico.

Pubblicato: Ven - Ottobre 5, 2007 ;    


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