Blog Notes


Per i vostri e nostri blogs dal vostro corrispondente.
Di dj Cifra

Gira e rigira, c'entra sempre Springsteen.
Gia', perche' l'ultima volta che avevo messo piede al Plastic era stata la sera dopo il concerto di Springsteen a S.Siro nel 1985. In quell'occasione avevo sentito Nicola Guiducci, il dj, mettere a loop l'intro di "Into the groove" di Madonna, usando due copie del vinile, e quel trucchetto glie l'ho copiato per una decina di anni almeno. E' facile e fa la sua porca figura.

Ieri sera sono tornato al Plastic, dopo vent'anni, per la serata Diesel-U-Music dove suonava Laurent Garnier. Il locale e' un po' cambiato. La' dove c'era la consolle ora c'e' un bar, la' dove c'era l'erba ora c'e' il divieto di fumare.

Garnier ha cominciato a suonare a mezzanotte spaccata, annunciando 5 ore di set. E i dijeietti fanno oh! Cinque ore? E come fa? Come come fa, pirletta, che c'e' di strano. Cos'e' sta storia che i dj devono fare dei set di un'ora, mezz'ora, ai miei tempi (!!!) si metteva l'intro all'inizio della serata e l'ultimo pezzo sei ore dopo, a luci accese, per fare andare via gli ultimi sconvolti. E se dovevi andare a far pipi' mettevi "Sex Machine" che dura 12 minuti. Eccheccazzo. In miniera, devono andare, sti dijeietti da "Fuori Salone".

Nelle tre sale del Plastic si aggira un "parterre de roi" formato da personaggi di alto rango quali: Alioscia, Sergio Messina, Carlo Antonelli, Saturnino, Ilaria Bernardini ( "chiiii?", niente, una che ha scritto un libro ), e i soliti nutriti contingenti di MTV e Rolling Stone, oltre a djs di chiara fama come Alex Neri, Stefano Fontana e Ricky Montanari. Ah, e Paine'.

Laurent Garnier, ragazzi, e' proprio bravo. Niente da dire. Non lo sentivo da parecchi anni, ma cazzo se sa mettere insieme una festa. Certo, in un locale piccolo, pienissimo di gente venuta li' per te, fans con i nasi appiccicati al plexiglass davanti alla consolle che esultano ad ogni cambio e lo fotografano col telefonino, e' piu' facile il gioco, ma la sensazione e' che sto cristo riuscirebbe a far suo anche uno stadio. In tre ore passa dalla tech dritta al tamburone afro, poi al breakbeat spezzatissimo, e senza perdere un colpo, stando sempre intorno alle 130 battute, infila pezzi con campioni Motown, poi "Bongo Rock", poi acid d'epoca tipo "Can you feel it?" (e li' vien giu' il locale), poi sterza verso il funk con ""Let's start the dance" di Bohannon e "Spank" di Jimmy Bo Horne, arriva ad un remix bootleggone di "Song 2" dei Blur forse piu' bello ancora di quello fatto da De Luca, e quando mi viene da dire "Beh, adesso gli manca solo il country, e poi i generi li ha fatti tutti", sterza alla perfezione su una sequenza drum'n'bass ( e li' tutti gli Alioscia gongolano ) dove spicca una versione di "These boots are made for walking". Fichissimo.

Forse l'unico appunto, ma proprio a voler cercare il pelo nell' uovo, e' che questi djs europei nati artisticamente nei primi anni '90 sono sempre un filino troppo su di battute. Diciamo un +10 di troppo. Un Kevorkian, un Knuckles, un Tenaglia, insomma, gli americani di prima scuola house, nati negli anni ' 70 e ' 80, figli di Mancuso e Levan, stanno sempre sulle 120 e ti spettinano lo stesso, anzi, e' tutto piu' sexy. Qui il suono e il ritmo sono sempre un pochino troppo ansiogeni, ma va bene, benissimo, cosi' come vanno benissimo i cinque cuba libre che mi entrano in corpo durante la serata.
E' messo benissimo anche Nicola Guiducci, il dj che looppava l'intro di Madonna, ora proprietario del locale, elegante, cool, per niente invecchiato malgrado passi le sue notti qui dentro da piu' di vent'anni a bere ed offrire quantita' industriali di super-alcoolici, sempre sorridente e festaiolo "uomo della notte". La cosa veramente notevole e' che questo locale, ancora oggi, riesce ad essere il piu' "a la page" di Milano, pur avendo attaccata una fama di posto di riferimento della "new wave" degli anni '80 che era dura da scrollarsi, e sulla quale invece sono riusciti a capitalizzare per rinnovare il mito e tenerlo vivo. Bravi tutti, bravo Plastic, bravo Guiducci, bravo Garnier, bravo Cuba Libre, oggi hangoverisssssimo.

Cifra.

Pubblicato: Ven - Aprile 1, 2005 ;    


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