SXSW 21 vol 3


Anche quest'anno Dj Cifra racconta dal piu' importante evento musicale del mondo. (quasi in diretta)



Pete Townshend, "keynote speaker" del SXSW, intervistato da Bill Flanagan (che ci ha fatto ancora una volta capire cosa vuol dire essere un grande giornalista rock, anni luce da chiunque abbia mai scritto di musica in Italia), ha intrattenuto per un'ora una sala gremita raccontando:
* che gli Who si erano rimessi insieme perche' John Entwistle aveva problemi di soldi, ma che i uadagni se li e' bruciati in cocaina
* che si trova benissimo con Zack Starkey alla batteria perche' "qualsiasi cosa faccio me lo sento li' attaccato al culo".
* che se Entwistle fosse stato vivo sarebe stato molto piu' difficile pensare di scrivere un nuovo disco degli Who
* che con il progetto Lifehouse, del 1970, aveva di fatto inventato Internet, e per quello gli davano del matto
* che ai Sex Pistols invidiava il fatto di avere tra i fans una come Siouxsie
* che a David Gilmour e Joe Walsh invidia un sound di chitarra che non riuscirebbe mai ad ottenere.
* e che "una grande canzone rock deve parlare a chi la ascolta, piu' che a chi la scrive".

Ieri sera Townshend ha poi jammato sul palco con Ian Mac Lagan (ex tastierista dei Faces, che ora vive ad Austin ), durante la serata degli Austin Music Awards.

Noi invece ieri abbiamo aperto e chiuso la serata con i concerti di due veterani in verione acustica: all'inizio Donovan, che ha suonato in una vera chiesa presbiteriana, sotto l'altare, e in coda, a mezzanotte, Hugh Cornwell, ex cantante degli Stranglers, oggi elegante signore in giacca, che con la sola chitarra ha cantato i vecchi successi della band, attaccando con No More Heroes.

In mezzo abbiamo visto The Automatic, ragazzotti inglesi grintosi e antipatici alla Arctic Monkeys, ma che come tutti i gruppi giovani british hanno una marcia in piu', poi il palloso Jamie T., e poi la deliziosa Lily Allen, molto brava live anche se indispettita dal fatto di essere costretta a suonare in una serata sponsorizzata da "quelle teste di cazzo dell'NME", poi i Razorlight, che abbiamo mollato alla terza canzone perche' fanno cagare, e Peter Bjorn and John, trio svedese di cui si parla molto, carini e orecchiabili.

Oggi ci aspetta un'altra giornata intensissima di incontri e concerti. Tra 5 minuti parla Emmylou Harris, ma tutti sono curiosi di sentire e vedere, tra circa un'ora, nientemeno che Tom Anderson, l'"amico numero uno" di tutti, l'inventore di My Space.

Nel pomeriggio si parla anche di eco-compatibilita' dell'industria dello spettacolo (il SXSW e' completamente carbon-neutrale e segue un piano poliennale di riduzione drastica del consumo di energia), e stasera vorremmo riuscire a vedere alcuni di questi: Besnard Lakes, Get Cape Wear Cape Fly, Bob Mould (lui, quello degli Husker Du), Cold War Kids, Hot Club De Paris, Architecture in Helsinki, The Dears, Amy Winehouse, Bloc Party, Albert Hammond Jr., Vashti Bunyan, Pop Levi, gli Horrors, i Fratellis, Tom Morello acustico (si chiama The Nightwatchman) e il ritorno di Thomas Dolby!

Troppo, come al solito troppo, non ce la faccio, non ce la faccio, vado, ciao.

Pubblicato: Gio - Marzo 15, 2007 ;    


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