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Ultimo aggiornamento: mar 15, 2007 06:27 p.
SXSW 21 vol 3
Anche quest'anno Dj Cifra racconta dal piu'
importante evento musicale del mondo. (quasi in diretta)
Pete Townshend, "keynote speaker" del
SXSW, intervistato da Bill Flanagan (che ci ha fatto ancora una volta capire
cosa vuol dire essere un grande giornalista rock, anni luce da chiunque abbia
mai scritto di musica in Italia), ha intrattenuto per un'ora una sala gremita
raccontando: * che gli Who si erano rimessi
insieme perche' John Entwistle aveva problemi di soldi, ma che i uadagni se li
e' bruciati in cocaina * che si trova
benissimo con Zack Starkey alla batteria perche' "qualsiasi cosa faccio me lo
sento li' attaccato al culo". * che se
Entwistle fosse stato vivo sarebe stato molto piu' difficile pensare di scrivere
un nuovo disco degli Who * che con il
progetto Lifehouse, del 1970, aveva di fatto inventato Internet, e per quello
gli davano del matto * che ai Sex Pistols
invidiava il fatto di avere tra i fans una come
Siouxsie * che a David Gilmour e Joe Walsh
invidia un sound di chitarra che non riuscirebbe mai ad
ottenere. * e che "una grande canzone rock
deve parlare a chi la ascolta, piu' che a chi la
scrive".
Ieri sera Townshend ha poi
jammato sul palco con Ian Mac Lagan (ex tastierista dei Faces, che ora vive ad
Austin ), durante la serata degli Austin Music
Awards.
Noi invece ieri abbiamo aperto
e chiuso la serata con i concerti di due veterani in verione acustica:
all'inizio Donovan, che ha suonato in una vera chiesa presbiteriana, sotto
l'altare, e in coda, a mezzanotte, Hugh Cornwell, ex cantante degli Stranglers,
oggi elegante signore in giacca, che con la sola chitarra ha cantato i vecchi
successi della band, attaccando con No More Heroes.
In mezzo abbiamo visto The Automatic,
ragazzotti inglesi grintosi e antipatici alla Arctic Monkeys, ma che come tutti
i gruppi giovani british hanno una marcia in piu', poi il palloso Jamie T., e
poi la deliziosa Lily Allen, molto brava live anche se indispettita dal fatto di
essere costretta a suonare in una serata sponsorizzata da "quelle teste di cazzo
dell'NME", poi i Razorlight, che abbiamo mollato alla terza canzone perche'
fanno cagare, e Peter Bjorn and John, trio svedese di cui si parla molto, carini
e orecchiabili.
Oggi ci aspetta
un'altra giornata intensissima di incontri e concerti. Tra 5 minuti parla
Emmylou Harris, ma tutti sono curiosi di sentire e vedere, tra circa un'ora,
nientemeno che Tom Anderson, l'"amico numero uno" di tutti, l'inventore di My
Space.
Nel pomeriggio si parla anche di
eco-compatibilita' dell'industria dello spettacolo (il SXSW e' completamente
carbon-neutrale e segue un piano poliennale di riduzione drastica del consumo di
energia), e stasera vorremmo riuscire a vedere alcuni di questi: Besnard Lakes,
Get Cape Wear Cape Fly, Bob Mould (lui, quello degli Husker Du), Cold War Kids,
Hot Club De Paris, Architecture in Helsinki, The Dears, Amy Winehouse, Bloc
Party, Albert Hammond Jr., Vashti Bunyan, Pop Levi, gli Horrors, i Fratellis,
Tom Morello acustico (si chiama The Nightwatchman) e il ritorno di Thomas Dolby!
Troppo, come al solito troppo, non ce
la faccio, non ce la faccio, vado, ciao.