Torino non fa Tiesto


Dj Cifra commenta la musica che ha sottolineato l'ingresso degli atleti allo Stadio Olimpico a Torino 2006.


Se vi ricordate, alle ultime Olimpiadi di Atene, per dare ritmo e musica a questo inevitabile rituale, doveroso ma per forza di cosa anche noiosetto, fu chiamato Tiesto, famosissimo dj tedesco, che da una troneggiante consolle in mezzo al campo dello stadio, per più di un'ora ha sfoggiato un dj set techno, criticabile se volete, ma pur sempre efficace per sottolineare la baldanza degli atleti in divisa sventolanti bandiere e videocamere nel solenne incedere. Ogni tanto Tiesto veniva anche inquadrato con tanto di cuffia e manine sul mixer, e tutto ciò sapeva tanto di modernità.

Venerdì scorso a Torino la prima squadra è entrata sulle note di "Good times" degli Chic, ed è subito "effetto Conbipel".
Poi, in una implacabile sequenza di barili raschiati, si sono abbattuti sugli astanti i maggori successi della più scontata disco music, dai Bee Gees a Santa Esmeralda, anche se qualcuno su Repubblica del giorno dopo ha notato l'involontaria sagacia di fare entrare la squadra australiana sulle note di I will Survive, per i pochi che l'hanno collegata alla scena più famosa del film gay australiano sulla principessa del deserto. Sembravano le Olimpiadi del '78 o giù di lì, si vedevano politici battere le manine sui Village People e atleti fare il trenino sul famigerato medley carnevalesco brasiliano di "Sasuela" "Meu aligo Charlie" eccetera. Nel finale, la squadra italiana ha sfilato sull'Ombelico del mondo (e quella ci poteva pure stare, ma non certo in un contesto musicale così sfigato...), seguita da "Sono un ragazzo fortunato" (e se poi perdo la gara? Tocchiamoci le palle ragazzi!), "Figli delle stelle" e "Gloria" di Tozzi. Viva la gioventù. Ora, cosa ci voleva, dopo aver pensato ai minimi particolari di una cerimonia per preparare la quale c'è un team che lavora a Torino da 3 anni, a piazzare una consolle e un dj capace che suona in diretta? Con il casino che fanno sempre quelli di "Piemonte Groove" per sbandierare in rete che Torino e dintorni sono pieni di dj bravissimi, ma prendete un bel Mauro Picotto, conosciuto dai ragazzi di tutto il mondo, e vi fa fare un figurone. E invece no, meglio "September" degli Earth Wind & Fire, per ricordarci quando eravamo piccoli.

Peccato. Un'altra occasione buttata. Un altro esempio di "sound design" completamente ciccato, e della mancanza completa di "cultura del suono" che c'è in Italia.

Cifra.

"We are not here to give the people what they want, but what they didn't know they wanted" (John Peel)

Pubblicato: Lun - Febbraio 13, 2006 ;    


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