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Ultimo aggiornamento: nov 04, 2006 08:58 p.
Torino non fa Tiesto
Dj Cifra commenta la musica che ha sottolineato
l'ingresso degli atleti allo Stadio Olimpico a Torino 2006.
Se vi ricordate, alle ultime Olimpiadi di
Atene, per dare ritmo e musica a questo inevitabile rituale, doveroso ma per
forza di cosa anche noiosetto, fu chiamato Tiesto, famosissimo dj tedesco, che
da una troneggiante consolle in mezzo al campo dello stadio, per più di
un'ora ha sfoggiato un dj set techno, criticabile se volete, ma pur sempre
efficace per sottolineare la baldanza degli atleti in divisa sventolanti
bandiere e videocamere nel solenne incedere. Ogni tanto Tiesto veniva anche
inquadrato con tanto di cuffia e manine sul mixer, e tutto ciò sapeva tanto
di modernità.
Venerdì scorso
a Torino la prima squadra è entrata sulle note di "Good times" degli Chic,
ed è subito "effetto Conbipel". Poi, in
una implacabile sequenza di barili raschiati, si sono abbattuti sugli astanti i
maggori successi della più scontata disco music, dai Bee Gees a Santa
Esmeralda, anche se qualcuno su Repubblica del giorno dopo ha notato
l'involontaria sagacia di fare entrare la squadra australiana sulle note di I
will Survive, per i pochi che l'hanno collegata alla scena più famosa del
film gay australiano sulla principessa del deserto. Sembravano le Olimpiadi del
'78 o giù di lì, si vedevano politici battere le manine sui Village
People e atleti fare il trenino sul famigerato medley carnevalesco brasiliano di
"Sasuela" "Meu aligo Charlie" eccetera. Nel finale, la squadra italiana ha
sfilato sull'Ombelico del mondo (e quella ci poteva pure stare, ma non certo in
un contesto musicale così sfigato...), seguita da "Sono un ragazzo
fortunato" (e se poi perdo la gara? Tocchiamoci le palle ragazzi!), "Figli delle
stelle" e "Gloria" di Tozzi. Viva la gioventù. Ora, cosa ci voleva, dopo
aver pensato ai minimi particolari di una cerimonia per preparare la quale
c'è un team che lavora a Torino da 3 anni, a piazzare una consolle e un dj
capace che suona in diretta? Con il casino che fanno sempre quelli di "Piemonte
Groove" per sbandierare in rete che Torino e dintorni sono pieni di dj
bravissimi, ma prendete un bel Mauro Picotto, conosciuto dai ragazzi di tutto il
mondo, e vi fa fare un figurone. E invece no, meglio "September" degli Earth
Wind & Fire, per ricordarci quando eravamo
piccoli.
Peccato. Un'altra occasione
buttata. Un altro esempio di "sound design" completamente ciccato, e della
mancanza completa di "cultura del suono" che c'è in
Italia.
Cifra.
"We
are not here to give the people what they want, but what they didn't know they
wanted" (John Peel)