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Ultimo aggiornamento: nov 04, 2006 08:58 p.
Austin Texas SXSW XX bis bis fuori fuori
Il nostro Dj Cifra ci concede il
Bis
dal piu' importante evento musicale del mondo. (quasi iin diretta)
Ray
Davies.
Alla fine c'e l'abbiamo fatta.
Abbiamo visto anche i tanto decantati Arctic Monkeys, a degna chiusura del
nostro viaggio. Ma andiamo con ordine. Ieri
pomeriggio Ray Davies, leggendario leader dei Kinks, ha presentato il suo primo
album solista "Other people's lives" cantando in acustico e mostrando un film
realizzato con la sua videocamera portatile durante il tour americano.Stamattina
abbiamo preso lo stesso volo da Austin ad Atlanta (da dove sto scrivendo). Con
la soggezione che si deve ad un monumento vivente della storia del rock gli ho
detto quanto mi era piaciuta la performance di ieri, e abbiamo chiacchierato
qualche minuto. Torniamo alla serata di ieri, cominciata con i White Rose
Movement, di cui tanto si parla a Londra ma che in realta' sono solo dei
simil-Killers piu' gay. Poi abbiamo visto i Kooks, di cui tanto si parla a
Londra ma che in realta' sono solo dei simil-Strokes piu' giovani. Poi i
Colossal Yes, di S.Francisco, simil-Procol Harum tristi ma teneri con il
flautino. Poi alla festa irlandese di S.Patrick's Day la caruccissima Gemma
Hayes, e infine gli Ok Go, di
Chicago.
Un po' mossi: si chiamano OK GO.
Ecco,
attenzione: gli Ok Go sono fighissimi. Spiritosi, paraculi e con un cantante che
potrebbe andare a letto con qualsiasi ragazza al mondo. Una band che da' 30
dollari ad una in prima fila perche' vada a prendergli 3 whisky al bar e poi le
lascia la mancia e' notevole, e la scelta di "Don't bring me down" degli ELO
come cover la dice lunga sulla scaltrezza di questa band. Vedrete, diventeranno
BIG.
Poco prima di mezzanotte, di
fronte al locale La Zona Rosa, dove sono in cartellone gli Arctic Monkeys, la
fila è lunga ma, come si direbbe a Roma, "score". Alle 5 del pomeriggio
già girava voce che ci fosse gente accampata per non perdersi il concerto
piu' atteso del festival. Invece Mauro, che in quel locale e' andato a vedere
gli Archie Bronson Outfit, ci manda un sms alle 23 che dice "qui la situazione
è tranquilla, si sta larghi". Ok, proviamoci. Esattamente a mezzanotte meno
un minuto siamo dentro, e si respira l'aria dei grandi momenti rock. Gli Arctic
Monkeys stanno veramente per conquistare l'America? Nei prossimi minuti si
giocheranno tutto di fronte alla platea più importante del mondo.
Giornalisti, djs, radio, tv, sono tutti qui, pronti a massacrarli o a portarli
in trionfo. Il ragazzetto che canta è un gran personaggio, ed è la
forza della band. Testa di cazzo come Liam, antipatico come Damon, ma a suo modo
tenero come The Streets. Musica per teenage-hooligans. Chissà se
funzionerà negli USA. David Fricke, veterano giornalista di Rolling Stone,
scuote la testa, ma una cosa è chiara: gli Arctic Monkeys hanno una formula
precisa, in cui parte integrante del progetto è comportarsi come se non
gliene sbattesse il cazzo di niente. Dopo lo show, dietro il palco, si
improvvisa un piccolo party con amici della band, fighette, e "industry people".
Tutti ubriachi. Un brindisi e
salutiamo.
Mentre torno a piedi verso
l'hotel incrocio la videomaker Floria Sigismondi con suo marito, Lilian,
cantante dei Living Things. Bellissimi, eleganti, entrambi vestiti di bianco,
camminano per strada mano nella mano in mezzo a quello che ormai mi rendo conto
essere il party più grande del mondo. SXSW + St. Patrick's Day + Spring
Break = una intera città presa d'assalto per far festa, bere e suonare
ovunque per tutta la notte. La festa continua fin dentro i corridoi dell'Hilton,
dove incontro Bill Flanagan con la figlia, anche loro reduci dagli Arctic
Monkeys, e ancora in ascensore, e ancora al ventunesimo piano. Ora pero' basta.
Dentro la stanza 2133 si fa tregua. Ho solo 2 ore per dormire e cercare di
stipare nel mio bagaglio a mano tutti i cd e i gadgets accumulati in 4 giorni
entusiasmanti. Tra poco un taxi mi porterà all'aeroporto mentre ancora
molti staranno smaltendo la sbronza nelle strade asfaltate di rifiuti di ogni
genere. Bye Bye Austin, "Live Music Capital
Of The World". Torniamo a casa, in un paese
dove se dici che fai il musicista, il dj, il critico musicale, ti dicono "Si, ma
di lavoro vero che
fai?".