SXSW 21 vol 7


Anche quest'anno Dj Cifra racconta dal piu' importante evento musicale del mondo. (quasi in diretta)



Ormai e' entrata organicamente nel sistema del SXSW l'usanza del concerto multiplo. Con il proliferare delle feste "corporate" durante il giorno, aggiunte ai concerti ufficiali della sera, ogni band riesce a suonare anche 4 volte in 4 giorni ad Austin. Tutte le etichette discografiche hanno il loro showcase pomeridiano, cosi' come le riviste e le aziende. Levi's ha affittato un intero isolato, chiamato The Fort, che funziona tutto il giorno, Blender ha presto un posto su Congress Avenue, addirittura Playboy ha organizzato un concerto.
"Benvenuti al nostro milionesimo concerto ad Austin" hanno detto Peter Bjorn and Jon ieri sera "Vorremmo continuare a fare 10 concerti al giorno sempre qui". "Ho visto per la terza volta Amy Winehouse", ha detto ieri sera una ragazza, che non era una fan, semplicemente se l'era ritrovata di fronte in posti e momenti diversi. Se da una parte tutto questo crea grande dispersione, dall'altra rende piu' semplice l'accesso ai concerti, perche' l'offerta e' talmente larga che non ci sono piu' le code infinite dell'anno scorso.

Uno dei momenti definitivi del SXSW e' stato quando ieri a mezzanotte, sotto le stelle e con il grattacielo di Autin che si stagliava dietro il palco, sul tetto del Maggie Mae, i Goldrush, promettente band dell'Oxfordshire, ha cantato una delle piu' belle canzoni del festival: "Everyone of us". "Tutti noi combattiamo per una posizione in questo mondo impossibile", dice. E questo sembra il destino di tutti i giovani artisti che ogni anno calano qui nella speranza di farsi notare. Ne abbiamo visti di bravi, c'e' da dire: dai Besnard Lakes ai Malajube, dai Winterkids agli Straylight Run, e insieme a loro c'e' stata una enorme presenza di ex eroi del punk: da Hugh Cornwell ai Buzzcocks, per non parlare di colossi come gli Stooges e Paul Simonon, che ha sparso il suo carisma intatto negli anni dal palco dello Stubb's durante il concerto peraltro noiosetto dei The Good The Bad and The Queen.

E ancora un bel po' di grandi degli anni '90 in incarnazioni diverse: Thurston Moore acustico, Perry Farrel in versione glam con il suo divertentissimo progetto Satellite Party, e Tom Morello, che ha ospitato sul palco Farrell, Slash, Nuno Bettencourt degli Extreme, Les Claypool e Wayne Kramer durante la sua serata dedicata alle canzoni di Woody Guthrie.

Ce n'e' veramente per tutti i gusti. Gli springsteeniani questa sera potranno, ad esempio, vedere a distanza di un'ora e pochi isolati, Graham Parker e Garland Jeffreys, cosi' come negli anni precedenti avevamo visto Willie Nile e Gary U.S.Bonds.

Ieri sera la rivelazione del momento, Mika, ha conquistato il pubblico de La Zona Rosa, gli italiani Afterhours si sono fatti rispettare in un ottimo concerto sullo striminzito palcoscenico del Whisky Bar, tanto striminzito che il violinista, Ciffo, suonava sotto il palco perche' non ci stavano tutti, e stasera le danze si chiudono con il concerto di mezzanotte degli Stooges seguito da un party con la leggenda del dub Lee "Scratch" Perry.

Noi ripartiamo verso l'Italia e verso la realta', dopo un pieno di benzina musicale di 4 giorni che ci servira' per tutto l'anno.

C'e' tanto da dire, tanto su cui riflettere, tanto su cui discutere, "in this impossible world" della musica pop in cui ci troviamo a vivere e lavorare da sempre. "Impossible", ma in fondo ci piace ancora, e senza non riusciremmo a starci, perche' l'emozione palpabile di vedere Paul Simonon che sale sul palco con il suo basso, guardare le stelle e pensare a Joe Strummer, nessuno ce la puo' togliere.

Rock'n'roll forever. Da Austin e' tutto.

Pubblicato: Sab - Marzo 17, 2007 ;    


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