Citta' che brusceno


Dopo il boom di Frangetta e i piccoli bignami di luoghi banali di Milano e di altre citta', alcune considerazioni
di dj Lueeza



A proposito di città che bruciano:

Bruci la città di Irene Grandi è la canzone che in assoluto in questo momento mi piace di più. Me devo preoccupa'?
Difficile da ammettere, se non fosse che è una canzone talmente bella che basta immaginarla cantata da Chrissie Hynde o Alanis Morrissette o Shirley Manson o Aimée Mann ed ecco che i dubbi spariscono.
 
"Ah, ma e' scritta da uno dei Baustelle", mi e' stato detto a giustificazione della sua bellezza. Beh, io non ho grande dimestichezza coi Baustelle, pero' allora facciamoli scrivere di piu', togliamo il patentino di autore a Gianni Bella che ormai ha perso sia il talento che la brocca e diamolo ai Baustelle, così magari avremo belle canzoni a scatafascio, con belle parole, belle progressioni armoniche (senza il forzato "famolo strano" del Raf più recente), begli arrangiamenti che manco sembrano italiani e così via.
 
Posto che il tempo ha dimostrato che e' inutile immaginare un mondo senza nazioni e senza religione, possiamo almeno immaginare un mondo in cui le canzoni in Italia le scrivano solo Ruggeri, Fossati, Agnelli e i Baustelle? Sarebbe consolante, e se me lo concedete aggiungo anche Cremonini e Bennato ma proprio perché ha smesso di piovere e quindi mi sento particolarmente positiva.
 
In questo universo parallelo, non solo sarebbe proibito scrivere canzoni zuccherose (con qualche concessione: si puo' scrivere di un amore andato a finire male ma solo se nello stesso brano si citano cose "peccaminose" come un pacchetto di sigarette o un paio di calzini sporchi) ma sarebbero puniti gravemente tutti coloro che prima fanno bella mostra del proprio talento, poi ci si crogiolano un po' troppo, poi si perdono per strada e diventano insopportabili, come Avion Travel e Marlene Kuntz per intenderci. Nella Second Life del suono italiano voglio una gogna speciale tutta per loro, o meglio ancora un Golgota dove a fare la parte del ladrone pentito ci mettiamo Omar Pedrini e forse riusciamo a salvarlo in corner.
 
Vietato, vietatissimo anche scrivere testi che sembrano slogan pubblicitari, paragonare se' stessi a tori od altri animali furiosi, riesumare ad ogni uscita lo stesso giro di accordi, lo stesso suono di chitarra, la stessa storiella di provincia della bassa. Vietato missare la voce COSI' piu' alta di tutto il resto, vietato urlare se si e' una donna, vietato il "falsetto pezzaliano" per i maschietti.
Obbligatorio guardare in avanti e smettere di pensare che le pagine piu' belle le hanno scritte Battisti e De Andre': anch'io sento la loro mancanza ma sono morti, quindi bisogna cercare di far si' che la vita (e lo show) continui, smettere di fare tributi e cagare qualcosa di degno.
 
Fortemente suggerito il confronto - impietoso - con i nuovi protagonisti del pop rock: non se ne può piu' di sentir parlare di Mina come LA cantante per eccellenza, e quindi doversi sorbire Amalia Gre' come "grande interprete". Chi avra' voglia di equilibrismi vocali, dovra' andarsi a risentire Karen O. o Dolores O'Riordan - o per farla facilissima, dai, Anastacia - e la straordinaria tecnica di Giorgia acquistera' la stessa rilevanza che nel mondo del virtuosismo chitarristico ha Joe Satriani: bravi, bravi, clap clap, avanti il prossimo.
 
Un bel bagno di umilta' e poi tutti (anche Gianni Bella, se ci tiene) a scrivere nuove canzoni: che raccontino storie intriganti, che facciano promesse nei primi trenta secondi e le mantengano nei tre minuti successivi. Senza troppi effetti speciali, senza strafare: con gusto, intelligenza, con classe. Un pop di donne che una volta tanto non sono puttane, di cuori che forse non si infrangono (o perlomeno si lasciano applicare un po' di scotch) e di uomini che non hanno poi cosi' tanta voglia di lei e riescono persino ad essere fedeli. Eccheccevo'?

Pubblicato: Mar - Maggio 29, 2007 ;    


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